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Son giorni decisamente “calienti”, questi, per l’ippodromo di Maia. Ad una settimana esatta dal convegno-clou dell’estate meranese, quello di martedì 15 agosto, ha vissuto la sua presumibile penultima tappa l’iter del patto Provincia-Comune per l’ippodromo: martedì 8, nella sala bilance di Maia, il sindaco di Merano Dario Dal Medico e il Presidente della Provincia Bolzano-Alto Adige, Arno Kompatscher hanno firmato quella che è stata definita una dichiarzione di intenti, preludio alla ratifica del contratto in base al quale – diamo i punti salienti – il 60% (area ed impianti) dell’ippodromo diventa proprietà della Provincia (ma non scorporabile dal complesso), il Comune di Merano ottiene alcuni edifici cittadini, e si crea un sistema di gestione tale da garantire futuro e destinazione di Maia. La Merano Galoppo, presieduta da Gianni Martone, prosegue la gestione iniziata nel 2013, vegliando sull’importante piano di investimenti che è parte essenziale dell’accordo e per il quale, altro punto nodale, sarà creato un gruppo di 4 unità , due nominate dalla Provincia due dal Comune, ogni delibera delle quali su ristrutturazioni e piani di sviluppo dell’ippodromo dovrà obbligatoriamente esser presa all’unanimità.
Nella sua breve prolusione tenuta in sala bilance, sotto i ritratti dei vincitori del Gran Premio Merano (oggi non a caso denominato Merano Alto Adige), il Presidente Kompatscher ha posto forte accento sul modello-Alto Adige (di cui l’Ippodromo di Maia è oggi struttura riconosciuta come portante e rappresentativa) di convivenza fra le due etnie linguistiche, tedesca ed italiana. E proprio questo è uno dei meriti salienti che tutta la politica locale va riconoscendo alla gestione Gianni Martone-Merano Galoppo. Laddove, per come nacque, l’ippodromo era stato vissuto, per decenni, come una realtà eminentemente italiana (con le ovvie conseguenti riserve di chi faticava a riconoscervisi), Martone e i suoi ne hanno fatto la “casa” ippica di tutta una terra, il Sud Tirolo Alto Adige, un’entità risolutamente, marcatamente, programmaticamente bilingue, che è riuscita ad entrare in rapporto fecondo, di presenza, di scambi, di sponsorizzazioni, di riconoscimento del valore turistico di Maia in una terra che anche e molto di turismo vive. Di legame ed integrazione con la cultura, tedesca ed italiana, che è, come dice Kompatscher, il modello di vita-capolavoro, in gran parte realizzato negli anni, da questa terra bellissima, benedetta da tutto ciò che è bello e buono nella vita. Gianni Martone ha compreso che di questo processo Maia, per continuare ad esistere e a prosperare , doveva farsi parte integrante. E tale è stato ed è, dal 2013. <Per realizzare ippicamente il progetto per Maia – ripete spesso Martone – ho personalmente tenuto in mente, da ippico quale io stesso sono, oltrechè da imprenditore, il modello/ San Rossore: l’ippodromo di Pisa rappresenta bene, in Italia, ciò che io ho “inteso” come immagine di Maia: un impianto, un ambiente profondamente legato al territorio ed alla cultura regionale in cui si trova, un luogo destinato agli appassionati ed agli scommettitori ma soprattutto fortemente connotato dalla destinazione, che ho sempre reputato fondamentale, alle famiglie. L’ippodromo di una località quale Merano ha da essere un luogo nel quale padri, madri e figli vengano a trascorrere una giornata a loro pieno agio, trovando, oltre la bellezza delle corse dei cavalli, tutti i servizi che rendano piacevoli le ore qui trascorse. Un luogo in cui si paga un sia pur moderato ingresso, altro punto su cui ho sempre insistito, perché siamo coscienti che non “svendiamo” ma “vendiamo” al pubblico un ambiente ed un’attività di pregio. Tanto pregiata che ho voluto diventasse non solo il luogo delle famiglie ma un’ attrazione turistica, integrata nel suo territorio, pari e pienamente affiancata a ciò che qui rappresentano i castelli, i sentieri, le montagne, l’arte dell’ospitalità in alberghi e ristoranti delle varie località tutte intorno a Maia, con i quali abbiamo stretto un legame forte, profondo, integrante>.
Qui interrompiamo Martone e parliamo noi: la settimana scorsa, a Maia, il Tirol-Day, ormai una tradizione, la giornata dedicata alle realtà turistiche del Comune di Tirolo, ha avuto un esito tale di presenze ed entusiastica partecipazione (andare sulla tribuna grande ed ascoltare il tifo “turistico” per i cavalli, è, oggi a Maia, uno spettacolo nello spettacolo), che pochi giorni dopo, Tirolo stessa, la dirigenza comunale e gli alberghi, ha chiesto alla Merano Galoppo di fissare fin da ora, ad un anno di distanza, la data esatta del Tirol-Day 2024 (tipica precisione locale) per organizzarsi per tempo con gli alberghi e le presenze.
Le presenze, appunto. Proprio questa primavera-estate, e le ultime settimane in maniera particolare, stanno vedendo Maia esplodere piacevolmente di folla sulle tribune (quel pubblico famigliare-turistico, più lo zoccolo duro degli appassionati storici ed addetti ai lavori)- <Tutti gli indici, in questo senso, portano il segno “più” – conferma Gianni Martone – . Tutte le ultime giornate vedono aumento di presenze rispetto alle medesime giornate degli anni precedenti>. La visita turistica alle strutture (anche San Rossore, per l’appunto, la propone e la esegue molto bene: i due luoghi-modello del galoppo si guardano) è diventata un “must” tale che i partecipanti (frutto del legame con l’ospitalità locale) devono essere divisi in tre gruppi, affollatissimi, ciascuno con la sua guida, che li porta ovunque, piste e strutture, facendogli vivere appieno il luogo delle corse. La moltiplicazione dei luoghi di ristorazione, e quella ben identificata zona fra le due tribune nella quale trovano sede cibo, bevande e musica dal vivo, ha portato a quell’apertura dell’ippodromo praticamente 24h/24, che lo vede frequentato come un salotto all’aperto anche durante la settimana (un aspetto che i nuovi assetti Provincia-Comune dovrebbero vedere ulteriormente svilupparsi, in spazi ed iniziative). Già fin da ora (e non facciamo nomi singoli perché, a Maia, è tutta una squadra che lavora, e l’apporto è dei singoli ma di tutti) non c’è settimana in cui non prenda vita una nuova iniziativa, un nuovo legame fra ippodromo e realtà locali.
Su un piano più tecnico ed ippico, che gli ultimi apporti e modifiche strutturali alle piste (all-weather d’allenamento) ed in particolare agli ostacoli hanno equilibrato ed abbellito le corse, anche in termini, giustissimi, di benessere di chi ne è attore.
. A Maia, la Merano Galoppo di Martone & friends ha riportato a piena vita, nel suo territorio, un ippodromo meraviglioso che, nel 2012, stavamo per perdere. Tutto quanto abbiamo narrato, avviene in un contesto non sempre facile quale il galoppo italiano, cui è venuta a mancare, negli anni, una componente fondamentale: i grandi o anche medi proprietari, che creano sana concorrenza, ambiente, allevamento, professionalità (i fantini, gli allenatori prosperano se ci sono le scuderie) e i buoni cavalli e le belle corse. Oggi, ogni gestore di ippodromo sa quanto sia difficile, in Italia, belle corse, produttive in qualità e scommesse. I proprietari dei cavalli ne sono la base e la vita.
A Maia, la Merano Galoppo di Martone & friends ha riportato a piena esistenza un ippodromo meraviglioso, lo ha reso attrattivo per il grande pubblico, lo ha legato all’Europa ed al territorio. L’Alto Adige è una terra di grandi potenzialità: se gli anni di gestione futuri riuscissero a fare iniziare il viaggio di ritorno dei proprietari al galoppo ed all’ostacolismo, guadagnerebbero al luogo ed all’intero settore (piano e ostacoli) la vita. Siamo convinti che si possa fare. Si deve (iniziando da subito perché il tempo stringe), se ci vogliamo bene.